Lima, Perù (2020)
107 giorni di quarantena (nazionale)
812 mila casi ad oggi (all’incirca)
33 milioni di persone chiuse in casa (in teoria)
1 giorno alla volta (unica possibilità)
Per la prima volta davvero, le immagini in movimento per me non sono state un atto di creazione, ma un rifugio. Mai una decisione, sempre una scoperta. Il luogo dove la curiosità trovava sollievo, dove l’immobilità incominciava a correre, dove gli occhi potevano viaggiare senza bisogno di andare lontano, dove l’assurdo diventava normale.
E si riduceva ad un’immagine, fatta di linee e di punti, di luci e colori.
Pensavo di aver girato un documentario, invece era il videoclip di “Marta”.
Ho ingabbiato quel che avevo davanti e l’ho messo spalle al muro com’ero io con me stessa, nessun contorno, nessuna visione periferica.
Nessun dopo, un non-definito adesso, un lontanissimo prima, nostalgico.
Impossibilità di muoversi, voglia di stare vivi.
Sogni in piedi e incubi sdraiati, domande senza risposte.
Numeri non percepibili, informazioni non quantificabili.
Non so se ho ripreso quel che c’era fuori o quel che in realtà stava dentro.
So che girandolo, ho scoperto che in vita mia non avevo mai avuto paura, ansia, né pazienza.